martedì 30 ottobre 2012

Il Caffe

Il caffè tra gli antidolorifici naturali





Caffè 100 gr - 40 kcal

Estremamente diffuso per l’omonima bevanda che da esso si ricava.
Il principio attivo del caffè è la caffeina, sostanza dalle molteplici azioni:aumenta il metabolismo, favoris...ce la diuresi, stimola la veglia, migliora la reattività muscolare. È un antiemetico, stimola la frequenza cardiaca.
Il caffè va comunque bevuto con moderazione soprattutto per chi soffre di ansie, gastriti, aritmie.

Uno studio norvegese dell'Università di Oslo non ha dubbi: bere un caffè prima di recarsi in ufficio per iniziare la giornata lavorativa riduce notevolmente i piccoli, fastidiosi dolori che tendenzialmente colpiscono i lavoratori costretti a stare seduti davanti ad un computer per ore ed ore. I ricercatori svedesi (caffeinomani..?!) Vegard Strøm, Cecilie Røe e Stein Knardahl hanno potuto constatare che chi assumeva almeno un caffè prima di recarsi in ufficio era meno soggetto ai classici disturbi che si hanno quando si sta seduti, chini su un mouse e tastiera, per molte ore.

Per svolgere tale ricerca sono stati ingaggiate ben 48 "cavie" umane: 26 perfettamente sane e 22 afflitte da dolore cronico a spalle e collo: sono state sottoposte ad instancabili prove al pc come, per esempio, scrivere sulla tastiera per 90 minuti consecutivi, senza nessuna pausa. A tutti e 46 i partecipanti alla prova era stata data la possibilità di bere una tazza di caffè prima di iniziare i vari test. Di questi, hanno accettato "l'invito" solo 19 persone. Ebbene, dai risultati della ricerca è emerso che chi aveva assunto della caffeina prima di iniziare a digitare, ha subìto solo in maniera lieve i classici dolori a collo, spalle, braccia, schiena e polsi.

Secondo i ricercatori, "i risultati hanno rivelato un aumento significativamente più basso in fase di sviluppo del dolore per i soggetti che avevano consumato un caffè circa un'ora e mezza prima del compito, rispetto a quelli che si sono astenuti". Ma che la caffeina sia, oltre ad un eccitante che ha dato vita alle bevande più diffuse al mondo (caffè e coca cola in primis), un potente antidolorifico, non è certo una notizia recente. Molti farmaci analgesici in commercio, come l'aspirina o il paracetamolo, sono stati negli ultimi anni addizionati di caffeina perché ritenuti in questo modo più efficaci.

Che notizie come questa non siano però ancora più da incentivo ai bevitori di caffè! Questo, infatti, può apportare benefici al nostro corpo "solo" se assunto in quantità contenute e nei giusti orari, se non si vuol correre il rischio di cadere nei suoi pericolosissimi effetti collaterali! Caffeinomani avvisati.



Altre curiosita' sul caffe

1 Stimola il momento digestivo
Nelle persone sane il caffè fa digerire meglio e stimola la produzione di saliva.

2 Fa respirare meglio
La caffeina ha una forte azione broncodilatatoria,migliora la respirazione e aiuta le persone con problemi di asma essendo benefico per le vie respiratorie.

3 La caffeina ha effetti diversi a seconda del momento della giornata
La caffeina non ha effetti particolari se assunta nella prima parte della giornata,quindi nella mattinata; mentre può generare altri sintomi se viene consumata nel pomeriggio o alla sera.

4 Caffè e tolleranza
Esistono persone più sensibili di altre alla caffeina,infatti Oltre alla dose,ogni individuo puo'reagire in modo diverso a seconda della tolleranza,della personalità e dell'età...

5 Il caffè potrebbe essere nocivo?
Si, il caffè potrebbe essere nocivo solo se consumato in dose elevate e ravvicinate nel tempo.Se invece viene
consumato in diversi momenti della giornata dilazionati non da' nessun fastidio in particolare;
perche' l’effetto della caffeina dura solo qualche ora.

lunedì 29 ottobre 2012


I benefici del gelato Artigianale: fa bene all’umore 


Sei giù di morale? Ti senti depresso/a? Le alternative, L'alimento principe, secondo uno studio promosso da Antica Gelateria del Corso e che si è avvalsa di pareri di 100 specialisti tr
a psicologi, nutrizionisti ed esperti di benessere, sarebbe un vero e proprio toccasana per i nostri malesseri psichici.

Per il 73% di questi specialisti, infatti, cavalcando l'onda dei neuroscienziati dell'Institute of Psychiatry di Londra, il gelato garantisce benefici psicologici di non poco conto. Inoltre, per il 31% dei luminari, il gelato è in grado di offrire piacere psicofisico, per il 27%, se si azzeccano i gusti, questi riportano all'infanzia e per il 21%, addirittura, un buon gelato riesce persino ad emozionarci!
Alessio Penzo, psicologo e vicepresidente dell'International Society of Psychology, ha dichiarato che " il gelato produce piacere grazie all'alta concentrazione di zuccheri immediatamente assorbibili e perché attiva un'area del cervello, la corteccia orbito-frontale, che fa parte del circuito del piacere".

Altri dati
Da questa ricerca è emerso che i più bisognosi di una terapia "al gelato" sono gli over 40 che, nel gustoso cono o nella comoda coppetta, trovano ristoro dalle ansie e dagli stress di tutti i giorni.
Ma il gelato è anche un "buon amico" dei giovanissimi. Secondo il 27% degli esperti, infatti, il gelato è un'ottima distrazione alle pene amorose degli adolescenti.

Anche i formati del gelato sono indicatori di quello che ci passa per la testa. Scegliere di gustare il gelato in coppetta, infatti, è sinonimo di "pausa dalla realtà quotidiana", come fanno in pratica (sbagliando) i fumatori.
Chi predilige il cono, invece, pare abbia esigenza di condivisione, evasione e conferme.
Per quanto riguarda i gusti?
Per chi è giù di morale la scelta più indicata è quella del cioccolato. Chi, invece, ha esigenza di riprendere energie, un bel gelato al caffè è proprio quello che ci vuole. Se quello che cerchiamo non è altro che relax, il consiglio è quello di farsi un bel cono (o una bella coppetta) ai gusti esotici!


Il gelato, in sostanza, è un alimento adatto a tutti, dai bambini ai nonni, con notevoli proprietà anche benefiche. I gelati possono quindi essere consumati tranquillamente come merenda, in alternativa alla frutta, o come sostitutivo di un piatto.

Il gelato alle creme può essere un utile alternativa ad alimenti più tradizionali in caso di bambini inappetenti o sottopeso, per il consistente apporto di proteine e principi nutrizionali essenziali.
Anche per gli anziani, che con il caldo, a volte, fanno fatica a nutrirsi, un gelato alle creme può sostituire formaggio e carne.

Ma bisogna tenere presente che non è raccomandabile utilizzarli nel bel mezzo della digestione, perchè la temperatura troppo fredda potrebbe rallentarla.
Il gelato artigianale, specialmente il gelato di Soia, può essere tranquillamente inserito in una dieta dimagrante. Il gelato artigianale, è sicuramente migliore di quello industriale proprio per i benefici che il gelato può apportare alla persona. La facile digeribilità, accompagnata allo sprint energetico, fanno del gelato un'ottimo alimento per tutti.

domenica 28 ottobre 2012

I prodotti light fanno male?





Inutile far finta di nulla, piaccia o meno il tormentone dell'estetica moderna era, è e resterà la sagoma piatta! Proprio in virtù di ciò l'intera catena di commercio si muove per assecondare il desiderio di c...hi vuole un fisico sempre asciutto, snello ed in forma e si sa, in questi casi la prima cosa da controllare è l'alimentazione. Però, come in ogni cosa, ci vogliono impegno e fatica: attività fisica in primis. Come si dice "chi bella vuole apparire, almeno un pò deve soffrire". Molti, però, per tempo o pigrizia, non sono disposti ad affrontare una vita di estenuanti sacrifici in palestra e si affidando esclusivamente a scorciatoie alimentari per cercare di "mantenere" la propria silhouette nei "ranghi": i cibi light!


Bisogna stare attenti! Non sono pochi i rischi associati alle scelte alimentari. Occorre difatti accertarsi, prima di acquistare un qualsiasi prodotto "light", che sia davvero tale secondo le normative europee: non deve avere più del 30% in meno di calorie rispetto alla versione originale. Proliferano ormai versioni "light" e "diete" di moltissimi prodotti alimentari: bevande (ad es. Coca cola light), formaggi (ad es. Philadelphia light), snack, ecc. Per chi non lo sapesse, ciò che fornisce le principali caratteristiche culinarie ad un prodotto, ovvero il "sapore", sono proprio le presenze di zuccheri e grassi: per ridurre l'apporto calorico occorre diminuire la presenza di tali molecole sostituendole con altre ipocaloriche, che rappresentino un valido surrogato in termini di sapore, profumo e aspetto del prodotto originale.

Ma non si può creare un qualcosa prescindendo dalle sue caratteristiche principali (un po' come bere un'aranciata senza arancia) ed è questo l'errore commesso dalle grandi case: aver dato alla parola "light" un significato del tutto diverso dal suo. Pensando ai dolcificanti (è sufficiente consultare svariati siti internet per farsi un'idea sull'argomento) si possono considerare in linea di massima accettabili i prodotti che sostituiscono saccarosio e glucosio con altri dolcificanti naturali, ad esempio il fruttosio. Al contrario la maggior parte dei dolcificanti artificiali stimolano la produzione di insulina (a causa del gusto del dolce) in persone sane con conseguente abbassamento della loro glicemia: la conseguente iperinsulinemia stimola l'appetito. Si pensi che in passato, per far ingrassare i suini, era abitudine integrare la loro alimentazione con la saccarina. Dunque, attenzione ai prodotti "light", potranno essere leggeri ma non come una piuma, bensì come un macigno!

I dolcificanti
L’acesulfame K, lo xilitolo, la saccarina, il ciclamato, l’aspartame e molti altri sono tutti dolcificanti artificiali con proprietà dolcificanti fino a cinquecento volte più forti dello zucchero. In generale non sono nocivi, ma si consiglia sempre di non esagerare; quasi tutti hannoun effetto lassativo assunti in grandi quantità.Attenzione a usarli per cucinare, l’aspartame per esempio a temperature superiori ai 130 gradi diventa amaro.



Miracle fruit 100 gr - 0 kcal
È una bacca africana capace di rendere dolci i cibi di sapore amaro.
Dopo aver masticato questo frutto simile a una ciliegia le nostre
papille gustative per circa trenta minuti sono incapaci di recepire l’amaro
e l’aspro. Si può benissimo mangiare un limone a morsi senza avere il minimo sentore di acidità e si possono gustare dolci senza averli preparati con lo zucchero. Il frutto del miracolo, nome azzeccato,dà la possibilità ai diabetici e alle persone a dieta di mangiare cibinon zuccherati dando loro l’impressione che lo siano.
 In Giapponeesistono pasticcerie dove servono deliziosi dolci, almeno a vedersi,
ma preparati senza zucchero; ovviamente l’assunzione del miracle fruit prima di mangiarli è consigliata!



Per dimagrire, basta affidarsi ai cibi “light”
Le miracolose versioni “light” di tanti cibi del desiderio (ovvero i più grassi) non aiutano affatto a dimagrire, ma al contrario sono diventate la causa del fallimento di molte diete, per due ragioni precise:
Per lo più fanno parte di quella categoria di cibo che in ogni dieta dimagrante dovrebbe essere più o meno bandita (caramelle, biscotti, gelati, ecc.) e non ti permettono di prenderne le distanze. Con il rischio di ricascarci (ma nella versione ingrassante).
Senza grassi non significa senza calorie. Se ti dai alla pazza gioia con i cibi “light” perché ti senti al sicuro, rischi di mettere insieme alla fine molte più calorie di una giornata di non-dieta.

sabato 27 ottobre 2012

Il latte fa bene o fa male?



Il latte fa bene o male? A questa domanda, da sempre, decine di esperti, tra scienziati, medici e nutrizionisti, si sono succeduti in opinioni e tesi, a volte positive, altre volte negative, su uno degli aliment...i più consumati dal genere umano di qualsiasi età: il latte! A salire in cattedra questa volta è il noto nutrizionista Andrea Ghiselli che, in un intervista esclusiva su giornalettismo.com, smantella una per una, con tanto di spiegazione scientifica, tutte quelle tesi che vanno a demonizzare il latte e i suoi derivati.
Ghiselli, caposaldo dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione e noto collaboratore del Corriere della Sera, sostiene che il latte è un elemento essenziale nella nostra alimentazione quotidiana, essendo questo un alimento ricco di vitamine e calcio, ma anche di proteine, zuccheri e grassi in percentuali perfettamente equilibrate. Riguardo alle notizie offerte dal web, tomi e tomi di sedicenti analisi scientifiche che mettono il latte alla gogna, il nutrizionista, stizzito, risponde con un secco "Non sanno quello che scrivono. Se i nutrizionisti di tutto il globo — continua Ghiselli - dicessero che il latte fa male, perché le linee guida di tutto il mondo direbbero che il latte è un alimento consigliato?".

Adulti e digeribilità del latte
Su questo aspetto il nutrizionista sostiene che la presunta scarsa digeribilità del latte in età adulta è una tesi senza alcuna base scientifica e che, nei casi riscontrati di scarsa digeribilità di lattosio, si possono assumere alimenti come yogurt e latticini, che ne possiedono percentuali più basse.

Latte e osteoporosi
Andrea Ghiselli, nel corso dell'intervista, smantella anche uno studio del 1994, apparso sull'American Journal of Epidemiology, che asseriva che i prodotti lattiero-caseari conterrebbero proteine animali e che queste, aumentando gli acidi nel sangue, causerebbero, infine, l'osteoporosi. Con risposta secca e decisa il nutrizionista ha detto che "Il latte e i prodotti caseari hanno un contenuto di amminoacidi solforati — che tengono basso il sangue — minore di quello della soia. Quindi è falso. L'osteoporosi è una malattia multifattoriale: la causa principale è la mancanza di esercizio fisico, l'alimentazione è solo una delle ultime cause. Tra queste ultime cause c'è una dieta troppo ricca di proteine, che in effetti facilita l'osteoporosi".
Quale latte scegliere?
Secondo il nutrizionista il latte, così come qualsiasi altro alimento al mondo, deve essere consumato con moderazione, senza oltrepassare i limiti del consentito. "La dose e la quantità consigliata sono 250-300 ml al giorno, se si eccede da queste quantità, come in tutte le alimentazioni, il latte può fare male. Anche l'acqua: se se ne beve 8 litri tutti insieme, si rischia la morte per diluizione improvvisa del sangue".
Latticini e formaggi
Anche sul fronte di formaggi e latticini in genere, Ghiselli non ha dubbi. "Non c'è alcuna controindicazione ad assumere né latte né latticini, anzi, si sa il contrario: il consumo di latte e latticini in un'alimentazione equilibrata, non solo non fa male ma può avere effetti positivi. Quindi noi ci sentiamo tranquilli nello scrivere che ognuno può bere il latte con la dovuta moderazione e mangiarsi una mozzarella ogni tanto senza andare in paranoia"
Latte parzialmente scremato e latte scremato 100 gr - 46 kcal
Questi tipi di latte hanno un apporto calorico inferiore, in quanto è
stata eliminata tutta o in parte la percentuale lipidica, ma diminuendo
i grassi cala anche il contenuto delle vitamine A e D.Per la loro scarsa quantità di grasso vengono considerati dietetici,indicati per chi ha problemi di ipercolesterolemia.
Latte pastorizzato o fresco 100 gr - 63 kcal
Da consumarsi non oltre quattro giorni dalla data di confezionamento,
va conservato in frigorifero. Si tratta di un latte sicuro, di allevamenti
controllati, per cui è richiesta una brevissima somministrazione
di calore per ridurre al minimo le perdite di vitamine e proteine
e alcuni parametri enzimatici.

Latte sterilizzato UHT 100 gr - 58 kcal
La sterilizzazione ad alte temperature a cui è sottoposto causa la perdita
di buona parte del suo patrimonio vitaminico e proteico. Può essere
consumato fino a 90 giorni dalla data di confezionamento. A confezione
chiusa può essere conservato a temperatura ambiente, a confezione aperta
va conservato in frigorifero e consumato entro tre o quattro giorni.

Latte di capra 100 gr - 71 kcal
Le sue proteine sono molto simili a quello bovino, ma con una percentuale
maggiore di taurina. È più saporito del latte vaccino e risulta
essere anche più digeribile.
Latte di asina 100 gr - 47 kcal
È il latte che si avvicina di più a quello della donna. In passato infatti
veniva usato come sostituto del latte materno. È un latte ad alta
digeribilità dato che il contenuto di grassi e proteine è nettamente
inferiore a quello vaccino.

Latte di cammella
Ricco di vitamine B e C e di calcio, possiede una quantità di ferro dieci
volte superiore a quello di mucca, con un basso contenuto di grassi.
Usato in molti paesi arabi e indiani per un pronto recupero dopo
una convalescenza. Gli si attribuiscono molte proprietà curative, tra
cui quella di ridurre il rischio di diabete e di malattie coronarie

Latte di bufala 100 gr - 68 kcal
Molto simile a quello vaccino, ma più basso in colesterolo e più
ricco di sali minerali e di vitamina A.
Latte di soia 100 gr - 37 kcal
Prodotto a base vegetale e quindi biologico. Può essere considerato
un valido sostituto di quello vaccino, soprattutto per la totale
assenza di colesterolo. Inoltre, i grassi presenti sono grassi insaturi,
amici della salute e quasi assenti nel latte vaccino. È un latte
ad altissima digeribilità e viene spesso usato in alternativa al latte
vaccino per i problemi di intolleranza causati da quest’ultimo. Esso
contiene anche fibre, vitamine A, E, B e minerali. Tra questi, il ferro
è presente in quantità doppie rispetto al latte vaccino. Inoltre alcuni
dati riportano che negli uomini che consumano regolarmente il
latte di soia è stata riscontrata una minore incidenza di tumore alla
prostata.

Latte di riso
Un’altra alternativa al latte vaccino, totalmente privo di colesterolo
e di lattosio.
Si possono trovare in commercio anche delle varianti aromatizzate
alla vaniglia o al cacao e può essere fortificato con vitamine, minerali
e calcio, vitamina D2.

Latte di mandorla
Questo latte è ricavato dalle mandorle con un procedimento
molto semplice di estrazione del succo di mandorla aggiunto
all’acqua.
Ha delle ottime proprietà, viene usato per lo svezzamento, ha proprietà
antiniammatorie ed è di alta digeribilità.

venerdì 26 ottobre 2012

Gastrtite

Gastrite:



cosa mangiare e bere?


Per gastrite intendiamo una serie di disturbi che hanno una caratteristica comune: l'infiammazione della mucosa gastrica. Nella maggior parte dei casi questa infezione è causata da un batterio (Helycobacter...Pilori), ma non solo. Esistono però anche altri fattori come i traumi, l'abuso di certi antinfiammatori o l'assunzione di alcool in quantità eccessive, fattori che posso scatenare la gastrite.
Le tipologie di gastrite possono essere diverse, ovvero:Acuta/nervosa, se appare all'improvviso;
Cronica, quando persiste nel tempo;
Ulcera gastrica, situazione più aggravata che, in alcuni casi, può aumentare il rischio di tumore allo stomaco.
Nella maggior parte dei casi, però, la gastrite, seguendo le giuste cure e, soprattutto, un'adeguata alimentazione, non è grave e se ne può limitare il raggio d'influenza.
Vediamo allora cosa è bene mangiare e cosa no quando si soffre di questo disturbo.
Premesso che in base al tipo di gastrite e, in particolare, allo stato fisico del singolo soggetto esistono una cura farmacologia e una dieta specifica e che, quindi, è doveroso in questi casi consultare il proprio medico per un'accurata visita ed un'adeguata cura, possiamo di seguito elencare alcune regole alimentari generali per chi soffre di questo disturbo, in particolare:

non suddividere il cibo in piccoli pasti, mangiare troppo spesso può aumentare l'acidità di stomaco
Chi soffre di gastrite deve basare la propria alimentazione su latte (da consumare con moderazione e preferibilmente scremato), yogurt, fibre, carni bianche, pesce azzurro, formaggi, frutta e verdura.
Altri cibi per la gastrite sono i succhi di frutta, eccetto quelli molto acidi, le verdure cotte, i carciofi, il cavolo, le patate e le banane.Anche le fragole hanno buone proprieta' contro la gastrite.



E per quanto riguarda le bevande?
Chi soffre di gastrite non può fare a meno di affidarsi agli infusi ed alle tisane. In più, come già scritto, anche i succhi di frutta e, ovviamente, acqua naturale a temperatura ambiente, hanno il semaforo verde.

A colazione
Anche per chi soffre di gastrite, la colazione è il pasto più importante della giornata. Per evitare qualsiasi incremento di acidità nel proprio organismo, la colazione ideale deve essere a base di latte fresco, scremato, fibre (possibilmente fette biscottate integrali e/o cereali) e un frutto.

I cibi e le bevande da evitare
Alcol, pepe nero e rosso, peperoncino fresco, peperoncino macinato e tutti i tipi di fritto e soffritto (irritano le pareti dello stomaco).
Le bevande con la caffeina possono aumentare la quantità di acidità nello stomaco. Per questo motivo sono assolutamente banditi caffè, tè, coca cola, cacao, cioccolato.

I cibi e le bevande da consumare con moderazione
Pomodori, succo di pomodoro, menta, cibi grassi. E' bene anche, per chi soffre di gastrite, limitare l'assunzione di condimenti a base di cipolle, aglio, cannella, chiodi di garofano.
Alimentazione gastrite per chi è vegetariano
Per chi soffre di gastrite ed è vegetariano, l'alimentazione da seguire dovrà essere a base di prodotti lattiero-caseari, prodotti vegetali, frutta e proteine - come ad esempio i prodotti di soia -, che possono fornire validi apporti nutrizionali che si trovano nella carne e nel pesce..
Quali alimenti evitare in presenza di colite ulcerosa?
Alcuni alimenti possono influenzare i sintomi della colite ulcerosa e avere un ruolo fondamentale nel processo infiammatorio. Se si scopre che alcuni alimenti scatenano dei sintomi, allora sarà opportuno evitare taluni cibi per gestire la malattia.
Ad esempio, alcune persone con colite ulcerosa potranno dover evitare caffeina e caffè per evitare il peggioramento di diarrea e crampi.
Altre persone potrebbero non tollerare le verdure crude o alimenti ad alto contenuto di fibra e alto indice glicemico.
In altri casi la dieta contiene poche fibre, circa 10-15 grammi al giorno, che comunque aiutano a ridurre la frequenza delle funzioni intestinali e prolungano il tempo di transito intestinale.
Gastrite in gravidanza e/o da reflusso
I bruciori di stomaco, scientificamente chiamati pirosi, che colpiscono molte donne in gravidanza, sono causati principalmente dal reflusso gastroesofageo. Nei casi come questo, per evitare il reflusso, è consigliabile mangiare, in maniera opposta a quanto detto fino ad ora, poco e spesso, visto che la capacità dello stomaco è ridotta dalla presenza dell'utero e ci mette più tempo a svuotarsi.

giovedì 25 ottobre 2012

A grande richiesta rimedi per:


IL MAL DI GOLA




In inverno, freddo o abbassamento delle difese immunitarie e irritazioni della mucosa faringea possono far insorgere il mal di gola, primo sintomo delle malattie da raffreddamento, che può esse...re lenito con l’uso di tisane naturali

Gli infusi per il mal di gola aiutano ad alleviare l’irritazione e la secchezza che accompagnano questo disturbo. Il mal di gola, soprattutto nella stagione fredda, è il segnale di un'influenza in arrivo. Le tisane naturali possono agire su più fronti, grazie all’impiego di erbe e piante officinali dalle proprietà antinfiammatorie, antisettiche e mucolitiche.

Il mal di golaIl mal di gola è un sintomo doloroso che si manifesta per un’infiammazione delle mucose che ricoprono il tratto delle alte vie respiratorie. Può essere dovuto al fumo, a un eccessivo uso di bevande alcoliche o all’esposizione a sostanze chimiche irritanti, presenti nell'ambiente. Spesso in questi casi, si accompagna a raucedine, disfonia (abbassamento della voce) e afonia (perdita momentanea della voce). Soffrono spesso di questo disturbo, le persone che lavorano con la voce (speaker radiofonici, insegnanti, attori, cantanti ecc.). Tuttavia un abbassamento di voce che si protrae nel tempo richiede una visita medica per individuarne la causa.


Nel mal di gola da infezione batterica, il dolore non scompare se non si somministrano cure adeguate. In questi casi le tonsille si presentano arrossate, infiammate e con macchie biancastre; mentre al tatto le ghiandole linfatiche del collo risultano ingrossate per l’iperattività legata alla produzione di anticorpi. Nella maggior parte dei casi è il sintomo di una malattia da raffreddamento e spesso si accompagna a tosse, raffreddore e febbre. Macchie bianche su altre parti della bocca possono indicare invece un’infezione da funghi (mughetto o candida).



Nei bambini, un mal di gola che si manifesta con la comparsa di macchie rossastre sulla pelle può indicare l'esistenza di una malattia infettiva dell'infanzia come il morbillo, parotite o varicella.


Infusi per il mal di gola

Gli infusi per la gola possono essere preparati con singole erbe o miscele di piante ad azione mucolitica e decongestionante, (utili per alleviare l’irritazione, la secchezza, e sfiammare le mucose che rivestono il tratto delle vie respiratorie); e con proprietà antisettica e antibatterica, per eliminare le cause di origine infettiva che provocano questo disturbo.



- L’Erisimo, detto anche “erba dei cantanti”, deve il suo nome all’azione antinfiammatoria e antisettica sulle vie respiratorie, in particolare il suo utilizzo è consigliato nel trattamento delle infiammazioni della gola, nei casi di afonia e disfonia, conseguente a laringite, faringite e tracheite. Le attuali conoscenze tendono ad attribuire queste proprietà alla presenza di mucillagini e a composti solforati, simili a quelli del rafano, che conferiscono alla pianta attività fluidificante ed espettorante delle secrezioni bronchiali. Per questo motivo si rivela un ottimo rimedio per la tosse di varia natura; e per lenire la secchezza o le infiammazioni delle gole dei fumatori, degli attori e di coloro che lavorano con la voce.

- L’Altea: gli estratti della sua radice contengono amido, pectine, zuccheri, grassi, tannini e mucillagini ad azione emolliente, lenitiva e protettiva delle membrane della mucosa. Per questa ragione è indicata nel trattamento di tutte le forme di infiammazione. Quest’attività decongestionante e antisettica della pianta, che svolge sui tessuti molli del nostro organismo, la rendono un efficace rimedio nella cura dei disturbi delle vie respiratorie, come tosse e raffreddore; in caso di mal di gola e irritazioni della bocca come ascessi, stomatiti e gengiviti.



- L’Issopo: le sommità fiorite della pianta contengono flavonoidi, tannini, sostanze amare (marrubina) e un gradevolissimo olio essenziale, responsabile della maggior parte delle sue proprietà balsamiche ed espettoranti per le vie respiratorie. In fitoterapia si utilizza per sedare la tosse e gli attacchi d’asma, perché fluidifica e aiuta a eliminare il catarro soprattutto dei bronchi e dei polmoni.

- Il Karkadè: dall'infusione dei petali secchi dei fiori di ibisco si ottiene una bevanda rinfrescante e dissetante, lievemente acidula, gradevolmente agrumata e dall'inconfondibile colore rosso intenso. Assumendo la tisana di karkadè si può usufruire delle sue proprietà antisettiche. In particolare, la vitamina C (acido ascorbico) in esso contenuta, esercita un’azione antiossidante, antinfluenzale e vitaminizzante; mentre le mucillagini leniscono e proteggono i tessuti interni dell’organismo. Perciò è indicata per tutti i tipi di infiammazioni delle mucose, come mal di gola.


- La Malva i fiori e in particolare le foglie sono ricche di mucillagini. Questi principi attivi agiscono rivestendo le mucose con uno strato vischioso in grado di proteggere i tessuti molli del corpo da agenti irritanti. Per questo motivo, l’uso della pianta è indicato nelle forme catarrali delle prime vie aeree; per idratare e sfiammare la gola in caso di faringiti, laringiti e tracheiti e in tutte le irritazioni del cavo orale, come ascessi, gengiviti e stomatiti.



- La Salvia le foglie contengono principi amari, acidi fenolici, i flavonoidi e un olio essenziale (contenente tujone, cineolo, borneolo, linalolo, beta-terpineolo e beta-cariofillene). Le tisane a base di salvia sono efficaci per combattere tutte le forme di catarro grazie alla presenza dell’’olio essenziale dalle proprietà antisettiche e balsamiche. Per questa ragione trova impiego nella cura delle patologie dell’apparato respiratorio in caso di raffreddore, tosse e mal di gola.

mercoledì 24 ottobre 2012




Prostata: l’alimentazione consigliata


Quanto influisce sulla prostata la nostra alimentazione? Moltissimo.

Mangiare certi tipi di alimenti nel corso degli anni, perciò, può aiutare a prevenire l'ingrossamento della prostata, superata una certa età.
Un articolo pubblicato dalla rivista Urology riporta un piccolo elenco degli alimenti che aiutano ridurre i rischi di ingrossamento della prostata (iperplasia prostatica benigna) del 59%. Vediamo quali!



Cipolla
Secondo l'articolo, le quantità ottimali sono di quattro cipolle a settimana. Se vogliamo potenziarne l'effetto, viene consigliato di mischiare alle cipolle dell'aglio crudo schiacciato, un toccasana anche per il cuore.
Broccoli
Questo tipo di vegetale, grazie all'alto contenuto di indoli che possiede, ovvero composti in grado di bloccare eventuali iter cancerogeni, difenderà la prostata da eventuali tumori. Le quantità minime sono di 400 grammi a settimana. L'ideale sarebbe mangiare i broccoli crudi, come insalata, perché cuocerli vorrebbe dire diminuire la quantità degli indoli.


Pomodori
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che il licopene, sostanza che si trova soprattutto nei pomodori, diminuisce drasticamente il rischio di contrarre problemi alla prostata. Alimenti come il concentrato di pomodoro e ketchup, poi, hanno un tasso di licopene ancora più alto rispetto ai pomodori secchi. Occhio a non abusarne, però!


Tè verde
Ricco di antiossidanti, il tè verde riduce, e di parecchio, i rischi di problemi alla prostata: parola dell'American Journal of Epidemiology.
La quantità ottimale consigliata è di 5 tazzine al giorno.

Acciughe, merluzzo, tonno
Alimenti di questo tipo, ovvero ricchi di selenio, rendono la prostata meno indifesa da ingrossamenti e tumori.








Prostata: l’alimentazione consigliata


Quanto influisce sulla prostata la nostra alimentazione? Moltissimo.
Mangiare certi tipi di alimenti nel corso degli anni, perciò, può aiutare a prevenire l'ingrossamento della prostata, superata una certa età.
Un articolo pubblicato dalla rivista Urology riporta un piccolo elenco degli alimenti che aiutano ridurre i rischi di ingrossamento della prostata (iperplasia prostatica benigna) del 59%. Vediamo quali!
Cipolla
Secondo l'articolo, le quantità ottimali sono di quattro cipolle a settimana. Se vogliamo potenziarne l'effetto, viene consigliato di mischiare alle cipolle dell'aglio crudo schiacciato, un toccasana anche per il cuore.
Broccoli
Questo tipo di vegetale, grazie all'alto contenuto di indoli che possiede, ovvero composti in grado di bloccare eventuali iter cancerogeni, difenderà la prostata da eventuali tumori. Le quantità minime sono di 400 grammi a settimana. L'ideale sarebbe mangiare i broccoli crudi, come insalata, perché cuocerli vorrebbe dire diminuire la quantità degli indoli.
Pomodori
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che il licopene, sostanza che si trova soprattutto nei pomodori, diminuisce drasticamente il rischio di contrarre problemi alla prostata. Alimenti come il concentrato di pomodoro e ketchup, poi, hanno un tasso di licopene ancora più alto rispetto ai pomodori secchi. Occhio a non abusarne, però!
Ricco di antiossidanti, il tè verde riduce, e di parecchio, i rischi di problemi alla prostata: parola dell'American Journal of Epidemiology.
La quantità ottimale consigliata è di 5 tazzine al giorno.
Acciughe, merluzzo, tonno
Alimenti di questo tipo, ovvero ricchi di selenio, rendono la prostata meno indifesa da ingrossamenti e tumori.


I benefici della soia



La migliore amica della donna? La soia! Apprezzata sin dagli albori dell'umanità, oltre ad essere l'alimento della salute e del benessere per eccellenza, si rivela anche un infallibile alleato per quanto riguarda i classici disturbi femminili. Per chi ancora non conoscesse tutti i benefici della soia, ecco un elenco chiaro ed esaustivo che vi farà amare ancora più questo alimento.
Alimento perfetto per il nostro organismo
Rispetto ai nostri amati legumi , la soia ripartisce i suoi valori in maniera diversa: contiene difatti fino al 35% di proteine ed il 18% di grassi, contro il 20% di proteine dei fagioli e solo il 2% di grassi. La soia, più di ogni altro vegetale al mondo, contiene proteine nobili, offrendo al nostro organismo gli otto aminoacidi essenziali che da solo non sarebbe in grado di "fabbricare".
Riduce il colesterolo cattivo 
E' uno dei rari alimenti proteici che contribuisce ad abbassare il cattivo colesterolo, mentre mantiene costante il livello di quello buono. Infatti la soia contiene una sostanza essenziale per il nostro benessere: la lecitina, un emulsionante naturale che mantiene in sospensione il colesterolo presente nel sangue impedendo che si depositi sulle pareti delle arterie.
Una fonte inesauribile di acidi grassi essenziali e vitamine 
La soia riesce da sola a fornire il nostro organismo di acidi grassi essenziali, i polinsaturi, che proteggono il sistema cardiovascolare (come gli Omega 3). In più, nella soia sono presenti buone quantità di Vitamine (E e B9) e di minerali (ferro e potassio).
Regola il nostro appetito
Altra cosa che rende speciale la soia è che questa permette una vasta scelta tra molte formule: bevande, pietanze, dessert, latte e, quindi, risulta essere la soluzione ottimale per un'alimentazione equilibrata del nostro organismo, composta da proteine di origine animale e di origine vegetale.
Ha un basso indice glicemico
La soia, così come tutti i suoi derivati, fornisce al nostro organismo la giusta energia, ma in modo lento, senza, quindi, portare il nostro organismo a produrre il picco di insulina che scatena fame e voglia di zuccheri, tenendo quindi a bada la glicemia nel nostro sangue e i possibili chili di troppo! Infatti, per quanto riguarda il peso forma, nei grandi consumatori di soia si riscontrano bassi indici di massa corporea (IMC) e, quindi, prevalenza di massa muscolare piuttosto che di grasso.
Allevia i problemi legati al ciclo o alla menopausa
La soia, a quanto pare, si rivela un'infallibile alleata anche per quanto riguarda disturbi come il ciclo e la menopausa. Gli isoflavoni della soia, infatti, regolano l'eccesso di estrogeni (che causa la sindrome premestruale), sia la carenza di estrogeni (che si riscontra invece in menopausa), riportando gli ormoni a livelli ottimali.
La "forme della soia:
I germogli
I veri germogli di soia si ottengono dal seme di soia. Contengono il 95% di acqua e  vitamine ma sono poco ricchi di proteine. Si consumano in insalata assieme ad altre verdure oppure appena scottati o saltati in padella per accompagnare le carni o i cereali integrali. In commercio di solito si trovano già pronti dei germogli detti "di soia", ma che in realtà provengono da un tipo di fagiolo (mung). Danno 50 kcal per 100 grammi di prodotto. Una porzione da 70 grammi fornisce 35 kcal.
Il tofu
Il tofu, detto anche comunemente formaggio di soia, è un prodotto fresco che si ottiene lasciando coagulare il latte di soia per poi scolarlo. Di colore bianco-panna, si presenta sotto forma di blocco rettangolare denso. In cucina viene utilizzato in moltissimi modi, dato che il gusto molto discreto tende a prendere sapore in funzione degli alimenti che lo accompagnano. Tagliato a cubetti nelle insalate, in padella insieme alle verdure cotte, sbriciolato sopra il sugo al pomodoro per la pasta e il riso o nei ripieni di pasta e verdure. Essendo un derivato del latte di soia ne mantiene le stesse caratteristiche: è privo di colesterolo, contiene le vitamine del gruppo B ma pochi sali minerali. È uno degli alimenti preferiti da coloro che seguono la dieta vegetariana oppure quella priva di lattosio. In commercio lo si trova al naturale, alle erbe, affumicato e con il sesamo. Contiene circa 100 kcal per 100 grammi di prodotto, ovvero una porzione.
Il latte di soia
Il latte di soia si ottiene facendo macerare e frullando la soia nell'acqua. È un buon sostituto del latte per chi è allergico o intollerante al lattosio. Rispetto al latte vaccino è meno calorico, contiene quasi il doppio in proteine e molti meno grassi. È più ricco di ferro e ha la stessa percentuale di vitamine del gruppo B. Il latte di soia è meno ricco di calcio ma ha un elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi ed è di facile digestione. Grazie alla presenza della lecitina può contribuire ad abbassare livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue (mentre le proteine di origine animale, in particolare la caseina del latte, tendono ad alzarli). Si può sostituire a quello di mucca nella maggior parte delle preparazioni culinarie: a colazione, nei dolci, nelle salse, come base per cuocere le verdure o i cereali. Facilmente reperibile, a lunga conservazione, il latte di soia si trova al naturale oppure aromatizzato (vaniglia, cioccolato) o con l'aggiunta di vitamina D. È privo di colesterolo ma contiene una buona quantità di acidi grassi polinsaturi. Il latte di soia fornisce 42 kcal per 100 g di prodotto.
Lo yogurt di soia
Lo yogurt di soia, al naturale o aromatizzato, è un prodotto fresco che contiene i fermenti vivi, come un qualsiasi yogurt. Disponibile in tutti i supermercati, è una buona idea per la merenda, una piccolacolazione a metà mattinata o per coloro che amano concedersi il dessert. Le calorie variano a seconda del tipo di yogurt e sono in generale specificate sull'imballaggio del prodotto. Quello naturale, senza aggiunta di zucchero, contiene 72 kcal per 100 g di prodotto.
La carne di soia
La carne di soia, sotto forma di bistecche, hamburger o spezzatino, è il più recente metodo di trasformazione di questo legume; in questo caso la farina ricavata dai semi di soia viene lavorata e resa simile alla carne. Per utilizzarla occorre reidratarla e poi utilizzarla nelle varie ricette (spezzatini, ripieni di carne, ragù, bistecchine). Il sapore dipenderà molto dagli ingredienti utilizzati. Una porzione di carne di soia da 100/120 g fornisce circa 150 kcal.
La farina di soia
La farina di soia viene ricavata dal seme della soia ed è usata in cucina, come qualsiasi normale farina di cereali. La si utilizza, soprattutto mescolata ad altre farine, nella preparazione di torte, pane, pasta, biscotti. Il vantaggio è che non avendo glutine può essere anche assunta dai celiaci, gli allergici alglutine. Contiene circa 360 kcal per 100 g di prodotto.
Attenzione agli OGM
La soia è la più importante coltura transgenica al mondo, soprattutto negli Stati Uniti e nel Brasile, grandi produttori. Anche se non esistono dati certi rispetto alle conseguenze sull'organismo umano della soia geneticamente modificata, per sicurezza è consigliabile consumare la soia tradizionale, assicurandosi della provenienza, oppure quella di agricoltura biologica.

I 5 PIATTI CON PROPRIETA' CURATIVE


A volte i mali di stagione o dei banali malanni ci buttano giù e ci rovinano la giornata, di sicuro riescono a influenzare il nostro umore. Perché non combatterli con un buon pranzo allora? Basta infatti individuare gli alimenti più giusti per ciascuna circostanza per sentirci immediatamente meglio.

Ecco cinque ricette che possono fare al caso vostro: ciascuna contiene infatti un ingrediente prezioso per combattere un disturbo particolare:

1. Soffrite spesso di mal di stomaco? Provate con una zuppa allo zenzero. Basterà far cuocere 12 funghi secchi, 1 porro tritato, del cavolo tagliato sottile e 1 carota. Lo zenzero fresco, unito ad un buon brodo caldo, darà sollievo al vostro stomaco in subbuglio.

2. Se invece siete giù di tono, provare con un piatto a base di quinoa. Cereale adatto anche ai celiaci perché privo di glutine, la quinoa è ricca di proteine e di riboflavina, una vitamina del gruppo B necessaria per la produzione di energia all'interno delle nostre cellule. Basterà cuocerla pilaf con della cipolla, del pollo, olive verdi tritare, mirtilli rossi e mandorle tostate per avere una vera e propria sferzata di energia.

3. Vi sentite congestionati? In questo caso basterà attenersi agli insegnamenti delle nonne e preparare la classica zuppa di pollo. Per rendere il tutto più gustoso e ancora più efficace, però, aggiungete pure un cucchiaino di chili in polvere e del pepe macinato fresco.

4. Se invece ciò che vi affligge è un po' di gonfiore, provate con una torta salata agli spinaci. Il potassio di cui sono ricchi aiuterà a ridurre questa sensazione sgradevole.

5. Contro il mal di testa, infine, provate una semplicissima frittata di zucca. L'alto contenuto di magnesio infatti vi aiuterà a far passare più velocemente la vostra emicrania.

I vegetariani vivono più a lungo di chi mangia la carne


I vegetariani vivono meglio e più a lungo di chi mangia la carne. Questo è quanto emerso da un studio effettuato dall'Adventist Health Study. Una serie di indagini effettuate negli anni Settanta dalla Loma Linda University della California avevano monitorato le abitudini alimentari di migliaia di Avventisti del Settimo Giorno ed avevano altresì rilevato una maggior lunghezza di vita in chi basava la propria alimentazione su cibi non animali.
I pro di una dieta vegetariana
Gli stessi studi avevano inoltre indicato che il tipo di alimenti spesso consumati nelle diete vegetariane (frutta, verdura, noci, legumi) può ridurre il rischio di una persona di incorrere in malattie come cancro, infarti, diabete di tipo 2. Nel 2002 il National Institutes of Health ha dato alla Loma Linda una borsa di studio per continuare questo tipo di ricerca: studio che oggi  è a metà strada ed ha interessato circa 96.000 persone, provenienti da Stati Uniti e Canada. Ebbene, gli Avventisti vegetariani vivono una media di 83.3 anni (gli uomini) e di 85.7 le donne, 9,5 e 6,1 anni in più rispetto ai carnivori.
La dieta vegana
In generale, poi, i vegani (che non usano neanche latte, latticini, uova e derivati e si rifiutano di acquistare o usare prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfruttamento diretto di animali) pesano in media 30 chilogrammi in meno di carnivori, oppongono una minor resistenza all'insulina ed hanno una salute maggiormente rafforzata. Avventisti che promuovono il vegetarianesimo e scoraggiano l'uso di alcolici, delle sigarette e delle droghe. Per fare un esempio l'inventore dei cereali a colazione, John Harvey Kellogg, è uno dei più famosi fondatori della chiesa Avventista.
Vegetariani in italia
Secondo il rapporto Eurispes 2011 sono circa 5 milioni gli italiani vegetariani, mentre lo 0,4% è vegano. Scelgono questo regime alimentare soprattutto le donne: il 7,2% contro il 5,3% degli uomini; le vegane sono invece lo 0,5% contro lo 0,3% dei maschi. Anche il 13,5% di giovanissimi, tra i 18 e i 24 anni, e persino il 9,3% degli over 65, predilige diete senza carne, con evidenti benefici per la salute e lo stile di vita, almeno secondo gli esperti. I consumatori vegetariani sono sempre più numerosi e rappresentano circa il 9% della popolazione italiana e il 6% di quella mondiale. Ancora più numerosi, l'86% secondo la
Doxa, gli italiani propensi ad acquistare prodotti realizzati senza utilizzo di prodotti animali, certificati da enti indipendenti e identificati da un marchio.
Il parere dell'oncologo Umberto Veronesi
Eliminare la carne dal piatto è quasi un dovere per l'oncologo Umberto Veronesi, illustre paladino della dieta vegetariana. "Il vegetarianesimo non è soltanto una scelta alimentare, ma una filosofia di vita - ha detto in più di una circostanza - Anzi, io penso che l'essere vegetariani da scelta si stia trasformando in necessità".

I Legumi


I legumi saranno il cibo del futuro


E se per scampare alla fine del mondo bastasse mangiare un legume? Certo, non uno solo e non una sola volta, ma secondo il presidente di Slow Food Italia, Roberto Burdese, i legumi possono essere annoverati fra i “Cibi che cambiano il mondo”, come recita lo slogan del Salone Internazionale del Gusto in corso a Torino dal 25 al 29 ottobre. 

Torna il Salone del Gusto, da quest'anno evento unico con Terra Madre, che nelle quattro precedenti edizioni ha accompagnato con una rilevanza crescente l'appuntamento biennale organizzato da Slow Food. Le due idee di fondo sono d'altronde inscindibili: il mondo del cibo e della gastronomia non possono prescindere da chi lavora la terra, da chi trasforma ogni giorno la natura in cultura. La rete delle comunità del cibo sparse su tutto il pianeta si unisce all’incredibile patrimonio del Salone – produttori, cuochi, esperti degustatori, responsabili di presidio – e lo arricchisce di storie uniche ancorché universali

Per tutti coloro che si interrogano su cibo, benessere e ambiente quello di Torino è un appuntamento imperdibile, dedicato quest'anno ai “Cibi che cambiano il mondo”: un progetto rivoluzionario, che richiede un nuovo modo di pensare, per fare qualcosa di buono per la salute, l’ambiente e il sistema produttivo senza rinunciare al piacere del cibo e alla convivialità. Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, ci accompagna alla scoperta del salvifico borlotto...
    

“Scegliamo i temi cercando di fare a chi ci visita un racconto coerente nel tempo. Nel 2010 avevamo scelto “Cibo e territori”, perché se dietro il cibo non c'è un'identità territoriale è qualcosa di zoppo in partenza, mentre il territorio si esprime anche attraverso i suoi cibi: un tema squisitamente culturale, alla ricerca delle radici dei cibi per comprendere il loro discorso fin dall'inizio. Quest'anno abbiamo scelto “Cibi che cambiano il mondo” con un passaggio deciso al versante politico: vogliamo affermare che con le nostre scelte alimentari quotidiane possiamo iniziare il cambiamento di cui abbiamo bisogno, soprattutto in questi momenti di crisi. I cibi possono cambiare il mondo e i cibi che raccontiamo al salone sono quelli che maggiormente possono aiutarci in questo obbiettivo”.

Quali sono questi cibi?
“Sono numerosi ma vorrei cominciare con i legumi. Le tantissime varietà della nostra tradizione – così come accade anche in altri paesi: fagiolicecilenticchie – ci consentono di avere una dieta più varia, arricchire il nostro menù, ridurre il nostro consumo di carne sostituendo le proteine animali. In questo modo facciamo del bene alla nostra salute e all'ambiente, perché gli allevamenti mettono grande pressione il territorio, e recuperiamo una biodiversità locale che arricchisce, perché si diversificano le colture e si migliora il paesaggio. Chiaramente non si tratta di un effetto immediato, ma è un buon esempio di come una scelta elementare che non costa di più ci permette di migliorare la nostra dieta e la qualità dell'ambiente e avere un bilancio positivo”.

Il mondo visto da Slow Food è sempre così bello?
“Il mondo visto da Slow Food rivela delle speranze. Non è che non vediamo i problemi, la crisi, le tensioni, però si vedono anche i giovani che vogliono tornare a occuparsi di cibo e fare i mestieri agricoli, piccole comunità che hanno creato progetti geniali, prodotti che hanno rilanciato territori, economie ricostruite in aree prima considerate marginali, aspetti virtuosi della globalizzazione con piccole comunità che dialogano con comunità simili in giro per il mondo. Non ci sono segnali di scampato pericolo ma ci sono segnali di possibilità di farcela, in una rete di alleanze e sussidiarietà. È questo che vogliamo raccontare al Salone e con i “Cibi che cambiano il mondo”: non arriva nessuno a salvarci, ognuno di noi può ogni giorno con la sua forchetta votare per un mondo migliore. Una scelta quotidiana dopo l'altra, una persona dopo l'altra, determineranno il cambiamento”.

Perché nonostante il successo crescente il Salone mantiene la cadenza biennale?
“Proprio perché è uno dei motivi del successo! Portare tutti i contenuti che ci sono, costruire la necessaria rete di relazione, stimolare i produttori e gli addetti ai lavori, dare qualcosa di nuovo a giornalisti e appassionati che vengono da tutto il mondo richiede tempo e attenzione”.
Orgogliosamente Slow anche in questo... 
“Sì, senza contare la voglia e l'attesa che matura in due anni, per fare il punto della situazione su quanto “seminato” due anni prima, verificare come si è proceduto sui diversi progetti e rinsaldare le relazioni costruite negli anni precedenti.

IL TE'


Con l'autunno che porta temperature più fresche, si rispolvera volentieri l'abitudine del tè caldo, a colazione e a merenda o, per i più chic, come accompagnamento dei pasti principali. Senza addentrarci nei pur affascinanti rituali che circondano la tradizione della bevanda più antica e consumata al mondo, possiamo concentrarci sulle proprietà dei diversi tipi di tè, per comprenderne i molteplici benefici.
Il tè nasce dalla messa in infusione di foglie e/o germogli di Camellia sinensis, pianta legnosa originaria di Cina, Giappone, India e Sri Lanka. A seconda della lavorazione cui vengono sottoposte le diverse parti, si ottiene il tè nero, il tè verde, il tè bianco, il tè giallo, il tè oolong e il tè Pu'er. Tanto per sfatare un mito, tutte contengono caffeina, teina, catechina e fluoruro ma le concentrazioni cambiano anche a seconda della fermentazione o meno delle I foglie.
Centrale, comunque, è la presenza dei polifenoli, che determina numerose proprietà curative e preventive, in primis per apparato cardio-circolatorio, fegato e sistema immunitario. Sono inoltre sempre più numerosi gli studi secondo cui questa bevanda avrebbe capacità di contrasto alle patologie oncologiche. Sperando di non dover mai scomodare effetti così importanti, possiamo poi ricordare il suo aiuto nell'abbassare la pressione sanguigna, vista la sua più ampia azione sulla regolazione della pressione corporea. Poi ci sono i tannini che, riducendo le infiammazioni del tratto gastrointestinale, mettono in campo un'importante proprietà digestiva e anti-colesterolo.
Dunque, una sferzata di benessere per tutto il corpo e un piacevole momento per il nostro gusto, che possiamo accontentare facendogliene provare letteralmente di tutti i colori, a seconda del periodo o del momento della giornata. La distinzione parte dalla differente lavorazione delle foglie e prevede principalmente tè "fermentati", le cui foglie vengono lasciate ossidare e diventare di colore bruno, e tè "non fermentati", le cui foglie vengono trattate con il calore proprio per impedirne l'ossidazione. Esistono poi i tè "parzialmente fermentati" o "semifermentati", a metà tra le due lavorazioni. I nomi in italiano corrispondono alla traduzione letterale dal cinese per i tè non fermentati (verde, giallo e bianco), mentre mescolano un po' le carte rispetto a quelli fermentati.
Verde
Poiché le foglie non vengono lasciate fermentare, l'infuso che se ne ricava è più chiaro e delicato, anche nella colorazione, che tende più al verde appunto che al brunito. A seconda della piegatura delle foglie prima della loro essiccazione definitiva, si ottengono poi il Gunpowder, piccole palline simili alla polvere pirica, oppure il Lu'an Guapian e il Lung Ching, simili ai semi del melone.
Giallo
Considerato il tè più ricercato per i cinesi, difficilmente si trova in Occidente e sempre a prezzi molto elevati, anche tre euro al grammo. La sua produzione, a partire dal tè verde, è d'altronde molto limitata ed è da sempre considerato preziosissimo, tanto che durante le varie dinastie si utilizzava per pagare i tributi all'imperatore.
Bianco
Detto anche "aghi d'argento", anche questo tè è preziosissimo. In determinati giorni dell'anno viene compita la raccolta dei germogli prima che si schiudano in foglie e li si lascia appassire e essiccare, senza sottoporli a calore diretto.
Le foglioline diventano così color argento e danno un infuso molto chiaro e delicato.
Oolong (in cinese tè verdeazzurro o tè blu)Questi tè subiscono un parziale processo di ossidazione, quindi hanno un colore e un sapore più intensi rispetto al tè verde.
Naturalmente, a seconda di quanto dura la semi-fermentazione, si ottengono diversi tipi di "drago nero", dai più lievi Pouchong e Jade fino aglii Hong Pao, Mi Lan Xian, Se Chung e Bai Hao.
Nero (in cinese tè rosso)Prodotto principalmente in India e in Africa, è il tè più diffuso in occidente e il più ricco di teina, così che sostituisce spesso il caffè (attenzione dunque a non eccedere). Le fasi della lavorazione che determinano le caratteristiche più importanti di questi tè sono: l'arrotolamento delle foglie, che consente loro di sprigionare gli olii essenziali e fissare l'aroma; l'ossigenazione delle foglie poi srotolate, che produce la fermentazione e la colorazione delle foglie da verdi a rosse.
Pu'erh (in cinese tè nero)Se fosse un vino, questo tè postfermentato sarebbe il barolo, votato all'invecchiamento. Da millenni viene pressato in panetti che consentono una conservazione più duratura e un trasporto più agevole: possono essere a nido, a mattonelle, a palline o a tazza. 
Il più famoso tra i tè pressati è certamente il Pu'erh, che dà appunto il nome alla categoria, cui i cinesi attribuiscono molte proprietà: digestive, anti-diarroiche, anti-colesterolo).
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