lunedì 31 dicembre 2012

I Legumi

Le Lenticchie!





E questa sera, e domani, non mancheranno sulle nostre tavole le classiche lenticchie.

Molti non sanno pero' quante proprieta' si nascondono in questi legumi cosi pregiati, e riconosciuti tali fin dall'antichita'!

Questa mattina poi, mentre le stavo preparando, mia moglie che e' Cinese mi ha chiesto...perche' si mangiano le lenticchie il primo dell'anno??? Io ho saputo rispondere solamente dicendo...per i soldi!

In realta' facendo delle ricerche piu approfondite ho trovato veramente una storia avvincente che vi cerchero di abbreviare in poche righe!



Ma per prima cosa parliamo delle proprieta'


Al giorno d'oggi questo tipo di legume è consigliato dai dietologi in quanto, oltre a contenere una buona percentuale di fosforo e potassio, è molto digeribile e non contiene ne grassi ne colesterolo; altro fattore molto importante è che le lenticchie non contengono glutine e sono quindi da considerarsi un ottimo alimento per i celiaci.

Le lenticchie sono considerate tra i legumi quelle contenenti maggiori proprietà antiossidanti e, insieme all'alto contenuto di isoflavoni rappresentano un ottimo alleato nella prevenzione di alcune forme di tumore.

Come tutti i legumi le lenticchie sono ricche di proteine vegetali e per questo motivo rappresentano una valida alternativa agli alimenti di origine animale che contengono invece colesterolo; possono quindi essere consumate come secondo piatto in sostituzione della carne o del pesce.

Il buon contenuto di fibre alimentari contribuisce a regolarizzare l'attività dell'intestino e a tenere sotto controllo il tasso di colesterolo nel sangue. Grazie al fatto che le lenticchie contengono pochissimi grassi insaturi permettono di fare prevenzione ad alcune patologie cardiovascolari.

In ultimo, l'assunzione di lenticchie, ha la proprietà di rallentare l'assorbimento dei carboidrati da parte dell'organismo venendo così in aiuto a chi soffre di diabete; infatti lo zucchero proveniente dalla digestione viene assorbito dall'organismo molto lentamente così da evitare picchi di glicemia.

La lenticchia rossa, conosciuta anche col nome di lenticchia egiziana, è molto diffusa in Medio Oriente dove normalmente viene venduta senza pelle ( decorticata ). Questo legume è molto povero di grassi e i pochi in esso contenuti sono chiamati " grassi buoni ", conosciuti come Omega 3.

Le lenticchie rosse sono anch'esse prive di colesterolo e per questo motivo sono un alimento consigliato nella dieta dei bambini; hanno la particolarità di cuocere in breve tempo e non richiedono, diversamente da altri legumi, il periodo di ammollo prima di essere cotte. In ultimo hanno la proprietà, a causa dell'assenza della pellicina che le ricopre, di essere molto digeribili e non causano fastidiose fermentazioni.


ED ORA LA STORIA E LE CURIOSITA'

Durante le feste da poco trascorse molti clienti mi hanno chiesto il valore simbolico delle lenticchie a capodanno e il suo significato. Le lenticchie, alimento base per i popoli nomadi fin dal Neolitico, assumono fin dalla coltivazione un significato ben augurale. La loro coltivazione inizia nelle terre dell’antico Egitto diventando subito un alimento nutriente di piccole dimensioni ma di grande spessore nell’arte del cibare. Dall’Egitto già nel 525 a.C. e precisamente dall’antichissima Pelusio sul Nilo che un mito vuole patria del grande Achille, si racconta che le navi egizie rifornivano regolarmente i porti di Grecia ed Italia di lenticchie.

E da qui la lenticchia oltre che alimento diventa anche elemento d’interpretazioni. Le lenticchie nell’antichità furono collegate simbolicamente anche alla morte. Basta rileggere il notissimo episodio scritto nel libro della Genesi dove ci racconta di Esaù che rientrato affamato dalla campagna, vide Giacobbe che aveva cotto un piatto di lenticchie.

Quando gli chiese da mangiare poiché era sfinito, Giacobbe chiese in cambio la primogenitura, e Esaù accettò (cfr. Genesi 25,29-34). Quindi abdica a favore del fratello, di essere lui il padre, la guida ed il Re degli ebrei, combinando una compravendita cosi sfavorevole all'uno, quanto favorevole all'altro.

E’ il primo cibo preparato dall’uomo del quale si ha testimonianza scritta, non meno di 4000 anni fa. Perifrase che si usa ancora quotidianamente nei modi di dire, delle persone che si vendono per poco, per un piatto di lenticchie appunto, che significa ricevere un valore bassissimo rispetto a quello che si dà in cambio.

Da allora l’antica tradizione ebraica impone che gli Ebrei mangino lenticchie quando sono in lutto, in ricordo di Esaù per aver svenduto quanto aveva di più prezioso. Per millenni la lenticchia risulta uno dei prodotti più importanti nell’agricoltura e nel commercio del Mediterraneo e alimento fra i più comuni ed apprezzati ad Atene come a Roma dove Artemidoro, nato ad Efeso nel II secolo e vissuto a Roma, nella sua opera onirica “Interpretazione dei sogni” accomuna le lenticchie con l’annunciazione di lutti mentre Plinio li glorifica per il loro alto valore nutritivo e per la virtù di infondere tranquillità all’animo.

Di quale sublime devozione era tenuta la lenticchia basterebbe conoscere la storia della colonna egizia del colonnato di Piazza S. Pietro, portato a Roma nel I secolo per volere di Caligola, l’obelisco attraversò il Mediterraneo su una nave immerso e protetto da un carico di lenticchie. Lenticchie servite in minestra, puls-lentis, da cui trae poi nome il pulmento, quindi con l'arrivo del mais trasformato in polenta.

Ancora nei secoli dopo le lenticchie torneranno a tormentare i sogni adducendo fortuna o lutti a seconda di chi interpretava e gradiva questo piccolo legume. Nel Medioevo i ceti più abbienti, i nobili ricchi relegarono il consumo delle lenticchie alla mensa dei poveri, servite e mangiate quasi esclusivamente nei conventi e fra la gente, umile ma dotta, che diede alla lenticchia il ruolo che meritava, nutrire bene, piacere e costare poco.

Ancora, come a rimarcarne l’inutilità come cibo goliardico fu definito nel Rinascimento, dal medico Petronio, cibo caldo e secco, adatto a coloro che vogliono vivere castamente. In Francia al tempo di Luigi XIV le lenticchie venivano date come cibo ai cavalli e Alexander Dumas nel suo “Grand Dictionnair de Cuisine del 1873” le considerava un cibo pessimo.

Come tutti gli alimenti e gli elementi destinati all’eternità la moda non ne intacca le virtù né li seppellisce. Cosi la lenticchia ha attraversato la simbologia del tradimento legandosi ai Patriarchi ed accompagnato lutti e morti, tormentato sogni e ricevuti superficiali giudizi da gente di spessore nobile ma leggera di gusto.

Approda ai tempi nostri sulla tavola imbandita di fine d’anno, dove una consuetudine alimentare ha ritualizzato il mangiar lenticchie, accomunando tutti gli strati sociali, come augurio di prosperità e fortuna per l’anno in arrivo.

E come ci racconta G. F. Giunchi nel suo Teatro Naturale n. 17 (27 dicembre 2003 Anno 1.)

“Una lunga tavola di fine d’anno. Al centro, come chiglia sull’acqua, il piatto ovale delle lenticchie nell’aura calda del fumo accoglie, untuoso e pesante lo zampone ad evocare, avvolto nei notturni vapori del Nilo, il carico della nave egizia e l’antico obelisco, che l’Imperatore Romano, solitario e folle voleva per la sua gloria e, come tutti i mortali, per trasfigurare la vertigine del tempo che passa”, riprendiamoci le lenticchie e la sua Storia.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...