sabato 3 novembre 2012

Pesticidi


Pesticidi negli alimenti: i cibi più e meno contaminati



Con l'avvio della produzione agricola di massa, tutte le coltivazioni che arrivano nei nostri supermercati e dai fruttivendoli sono prodotti che generalmente vengono cosparsi di pesticidi. L'Environmental Working Group, un' organizzazione n...on-profit di ricerca, ha pubblicato nel suo annuale rapporto una classifica dei prodotti vegetali che contengono più pesticidi. I ricercatori dell'EWG hanno effettuato alcune prove per individuare i residui di antiparassitari condotti dall'USDA e dalla Food and Drug Administration tra il 2000 e il 2010. I campioni esaminati sono stati sottoposti ad alcuni test e poi è stata stilata la classifica di quelli ad alto tasso di antiparassitari ed un'altra in cui sono indicati, invece, i prodotti sicuri, cioè contenenti meno pesticidi. Vediamola insieme.




- I 12 alimenti con maggiori pesticidi:


1) mele
2) sedano
3) peperoni
4) pesche
5) fragole
6) pesche nettarine
7) uva
8) spinaci
9) lattuga
10)cetrioli
11) mirtilli
12) patate

- I 15 alimenti con meno pesticidi

1) cipolla,
2) mais,
3) ananas,
4) avocado,
5) cavolo,
6) piselli dolci,
7) asparagi,
8) mango,
9) melanzana,
10) kiwi,
11) cantalupo
12) patate dolci,
13) pompelmo,
14) anguria
15) funghi.



L'Environmental Working Group ammette che si corrano dei rischi a nutrirsi dei dodici prodotti citati nella lista, ma continua a consigliare il consumo degli alimenti indicati: mangiare frutta e verdura offrirebbe comunque maggiori benefìci rispetto ad eventuali rischi. Bisognerebbe verificare la fonte di tali dichiarazioni, i malpensanti, infatti, sostengono che appartengano a qualche gruppo chimico agro-alimentare. Di recente, infatti, l'Environmental Health Perspectives aveva pubblicato una ricerca sui rischi per il feto legati all'esposizione della madre ai pesticidi. Secondo questo studio, tali alimenti produrrebbero sul nascituro gli stessi rischi associati al fumo di tabacco.

E' necessario lavare le insalate in busta?


Gli esperti di alimentazione continuano a sottolineare quanto le verdure, specialmente se consumate crude, siano importanti nella prevenzione di moltissime malattie (tra cui tumori e infarto). Oggi si parla di insalate "pronte all'uso"!


Per chi non ha tempo e voglia, di recarsi dal fruttivendolo un paio di volte la settimana per avere prodotti freschi, di lavare, sbucciare, tagliare, cuocere le verdure (soprattutto se si è appena tornati a casa da una giornata lavorativa stressante e faticosa), ecco che l'industria alimentare risponde a questi bisogni con una gamma di prodotti freschi (denominati gamma IV) già lavati, imbustati e addirittura tagliati, insomma direttamente pronti al consumo. Comodo, no?

Ma, vi siete mai chiesti se queste buste sono anche salutari? Non sempre comodità fa rima con salute! Vi sveliamo i perchè!

La prima risposta emerge a monte del processo produttivo di questi prodotti: l'ortaggio viene prima di tutto raccolto e mandato in azienda, dove viene lavato, asciugato e infine imballato. Ma questo ortaggio è stagionale?

Ecco il primo campanello di allarme: la stagionalità del prodotto. Tutti sappiamo che le insalate in busta si trovano al supermercato tutto l'anno, ma in natura è decisamente impossibile farle crescere in autunno e in inverno (…questo vale anche per le insalate da lavare, e per tutta la verdura e frutta in generale). Inutile dire quindi che nell'ortaggio che mangiamo rimangono residui sia di fertilizzanti che di pesticidi. Questo è il primo motivo per cui la verdura in busta va comunque lavata!

C'è poi il problema dell'acqua utilizzata nella filiera produttiva: essendo molto costosa, non di rado le aziende riutilizzano la stessa acqua per più lavaggi, o addirittura ricorrono ad acqua non potabile. Ricordiamo che si tratta di prodotti 'pronti all'uso', quindi è difficile che a casa vengano risciacquati sotto acqua corrente: dunque ingeriamo tutti i residui che l'ortaggio porta con sé, sia dalla coltivazione (fertilizzanti e pesticidi) che dal confezionamento (cloro, acqua sporca, contatto con oggetti e materiale di imballaggio).

Un'ultima osservazione: provate a lavare un cespo di lattuga fresca e conservarlo per qualche giorno in frigo. Quando le riprenderete noterete che non avrà poi un aspetto così invitante, giusto? Invece, la lattuga in busta è sempre bella, addirittura dopo un paio di giorni dalla data di scadenza l'unico difetto che si può riscontrare sono al più le foglie un po' ammosciate. Questo pregio si deve al trattamento con il cloro e l'anidride solforosa, che permettono di aumentare la conservabilità del prodotto. E a loro volta questi trattamenti, riducono anche più del 50% il contenuto di antiossidanti, di vitamina C e di beta-carotene: devastante!

Detto questo, per chi pensa che i prodotti imbustati e già lavati siano un buon compromesso tra il consumo di verdura, la salute e il poco tempo a disposizione, è il caso di ricredersi! Dato che tali ortaggi vanno comunque rilavati e disinfettati, tanto vale tornare al naturale (e stagionale!)! Questa è sicuramente la strategia migliore per la vostra salute e per il vostro portafoglio!

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